L’ Aikikai d’Italia
Il primo tentativo di corso stabile di aikido in Italia risale alla fine degli anni 50, tenuto a Roma dalla Signorina Haru Onoda, che aveva praticato l’Aikido presso l’Hombu Dojo svolgendovi anche mansioni di segretaria per il grande maestro Ueshiba Morihei, trasferitasi in Italia per ragioni di studio. Dopo una interruzione dovuta ai suoi impegni all’estero, il corso riprese presso la palestra di judo dei Monopoli di Stato in Roma, diretta da Danilo Chierchini, con la collaborazione anche di Motokage Kawamukai, allora giovanissimo Shodan, arrivato in Italia quasi per caso.
Proprio a Kawamukai, va attribuito il merito di aver richiamato l’attenzione dell’Hombu e del Maestro Tada sulla realtà italiana. Rispondendo positivamente ad una richiesta pervenutaglia da Chierchini, nell’ottobre del 1964 il maestro Hiroshi Tada, allora 7° dan, si trasferí in Italia su mandato dell’Hombu Dojo di Tokyo, per insegnare e diffondere l’aikido.
Con l’arrivo del Maestro Tada, il clima dell’Aikido italiano, che fino ad allora si appoggiava alle visite piú o meno sporadiche di maestri come Abe o Mochizuki (residenti in Francia) e H. Kobayashi, cambiò radicalmente. Il maestro Tada prese contatto con le maggiori palestre italiane di Judo (non erano diffuse all’epoca altre arti marziali in Italia), iniziando a dare dimostrazioni, aprendo corsi ed insegnando dovunque in una girandola frenetica d’iperattività e mettendo le basi di quello che più tardi divenne l’Aikikai d’Italia.
Il carisma del Maestro Tada era infatti tale da attrarre a sé una moltitudine di persone, molte delle quali si preoccuparono di alleviare almeno per quanto era possibile i suoi sforzi, assumendosi, spesso autonomamente ed oscuramente, incombenze d’ogni genere. Così, nei primi mesi del 1969, il compianto Avvocato Giacomo Paudice, sotto lo stimolo del Maestro, aveva cominciato a lavorare alla bozza di uno Statuto, dalla quale nacque poi l’Aikikai d’Italia. Il passo successivo fu quello di ottenere il riconoscimento da parte dello Stato italiano della Personalità Giuridica, ossia dell’Ente Morale, come Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese.
Intanto, anche dal punto di vista della didattica, il Maestro Tada aveva istituito una serie di stage annuali di grande attrattiva, uno, il principale, estivo, uno a Pasqua ed uno a novembre in occasione delle festività di tutti i Santi. Il primo stage estivo si svolse a Venezia nell’agosto del 1968 ed ebbe un notevole successo (per quei tempi pionieristici), con poco più di un’ottantina di allievi sul tatami. L’anno successivo si svolse a Roma nel Dojo di Via Eleniana, quindi, per qualche anno, fu organizzato a Desenzano del Garda. Tutti coloro che hanno vissuto quei giorni ne hanno una memoria indelebile. I mitici stage di Desenzano si svolgevano nell’arco di tre settimane, per sette – otto ore di allenamento al giorno! Dopo, quando la struttura ospitante di Desenzano si rese indisponibile, lo stage si svolse per un solo anno a Padenghe, sempre sul lago di Garda ed infine si ebbe la lunga serie di Coverciano, presso il Centro Federale del Calcio. Attualmente è il Palazzetto dello Sport di La Spezia ad ospitare lo stage estivo del Maestro Tada.
Durante questo lungo lasso di tempo, diversi praticanti giapponesi di Aikido sono transitati per l’Italia, dando il loro contributo e collaborando con il Maestro Tada; i primi furono i maestri Masatomi Ikeda, in seguito Direttore Didattico dell’Aikikai della Svizzera, che insegnò lungamente a Napoli e Toshio Nemoto che fece altrettanto a Torino. Più tardi, per un paio d’anni, Kano Yamanaka e Jun Nomoto insegnarono a Firenze. Altri furono meteore ma due degli insegnanti giapponesi divennero parte integrante dell’Aikikai d’Italia, membri ufficiali della Direzione Didattica, i Maestri Yoji Fujimoto e Hideki Hosokawa.
L’Aikikai d’Italia, o per meglio dire l’Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese (è questa la denominazione ufficiale), da sempre configurata come associazione senza scopo di lucro, a distanza di 20 anni dal riconoscimento della personalità giuridica ottenuto con DPR n° 526 dell’8 kuglio 1978, ha nel corso del 1998 provveduto agli adeguamenti statutari e gestionali necessari per il riconoscimento come organizzazione non profit, previsti dalla legge 460/97. Per una singolare coincidenza, il decreto del Ministero dei Beni Culturali che approva il nuovo statuto, reca la data dell’8 luglio 1999. 21 anni esatti lo separano dal DPR n° 526.